Gabriele Albertini A me piace leggere libri

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So di non essere originale nel dire che mi piace leggere libri.

Immagino, anzi sono certo, che questa sana passione abbia tanti seguaci. Ma, ne voglio parlare lo stesso per condividere alcuni spunti ed esperienze.

La voglia di leggere un libro a me sembra giusto definirla una passione, perché tale è!

Anche se questo è un blog all’interno di un sito di una società finanziaria e quindi si dovrebbero trattare solo argomenti attinenti all’economia, alla finanza, alla gestione di patrimoni… mi sono chiesto:

Ma perchè? Perchè parlare solo di queste cose?
Lo so che chi entra in un sito tematico come il nostro lo fa per trovare argomenti o risposte su quel tema, per trovare risposte a domande tipo:
Avrò diversificato bene i miei risparmi?
Come si fa ad aprire un conto in Svizzera?
Qual è la vostra politica e modalità di investimento? E così di seguito.
Ma so anche che che colui che scrive è una Persona, un Uomo o una Donna, un essere vivente con i suoi hobby e i suoi interessi.
Ecco io vorrei trovare il modo di parlare alla “persona” di altri argomenti che probabilmente ci accomunano.
Per me il cliente non è un numero. Tutti i miei clienti lo sono per come faccio/facciamo il nostro lavoro, ma lo sono anche perché sono diventati “amici” con i quali condividiamo uno o più degli interessi extra-lavoro.
Per questo, in aggiunta agli obbligatori argomenti finanziari, ogni tanto racconterò di cose ed esperienze e passioni ed hobby della mia vita.
Se vi interessano leggeteli, se non interessano, passate oltre (tanto questo lo fate già, nel senso, che è quello che facciamo tutti: se ci interessa ci fermiamo, sennò..clic!)

Oggi parliamo di alcuni libri che ho trovato particolarmente avvincenti e che di cui consiglio la lettura in particolare nel periodo che stiamo vivendo.

A me piace leggere libri

Si comincia a leggere, sicuramente da giovani, ai tempi della scuola, quasi per forza, come attività quindi abbinata allo studio.

Ma poi, diventa una passione.

Scatta quel non so che tipico delle emozioni non controllabili per cui non puoi non avere – anzi devi assolutamente avere – un libro tra le mani.

È così che va. Chi lo prova lo sa.

E (forse per questo che sto per scrivere rimango della vecchia guardia) deve per forza essere un libro fatto di carta.

Il suo profumo, la sua foggia, la sua copertina, la sovra copertina. È bello coccolarselo prima di aprirlo. È bello sfogliarlo, riprenderlo e riporlo. Portarselo in giro, oppure sapere semplicemente che c’è e che ti aspetta a casa, in salotto o sul comodino, pronto per essere ripreso in mano e letto.

So che i cultori della praticità, e forse di questi tempi anche dell’igiene, parlerebbero ore della comodità e della sostenibilità degli e-book.

Ma io rimango della mia vetusta idea: contro un bel libro di carta non c’è confronto!

Fin dalla gioventù, nel leggere libri ho conservato un’abitudine che non sono mai riuscito a togliermi, anche se ad onor del vero non ho fatto nulla per togliermela, anzi me la sono tenuta ben stretta.

Di cosa sto parlando?

Mi sono tenuto l’approccio dello studio, e quindi quando mi metto a leggere libri devo avere una matita in mano e …sottolineo! Ebbene sì! Sottolineo!

Se trovo una frase che mi colpisce e quindi degna di essere riletta o ragionata o ricordata, io la premio sottolineandola.

Ma sapete che bello, dopo anni e anni riprendere dallo scaffale libreria uno qualsiasi dei libri letti anni addietro, risfogliarlo e ritrovare le frasi sottolineate?

Rileggerle, ricordare, verificare se le sottolineerei ancora o sorridere a cosa davo importanza a quell’età! Bello. Tutto questo a me piace, è sempre piaciuto.

Anche perché, non so voi, ma nel corso degli anni io poi ricordo spesso solo il tema e la trama delle cose lette ma perdo nella memoria tante frasi significative.

Ecco, è veramente piacevole rileggerle, ritrovandole pressoché subito.

Un’altra particolarità del mio stile, del mio metodo nel leggere libri, che anch’essa mi porto appresso fin dall’inizio, è che, se leggo, leggo.

Cosa intendo dire?

Intendo dire che non posso, o meglio, non riesco a leggere, come dire, distrattamente o talvolta qua e là. Non riesco a leggere solo due o tre pagine prima di dormire; oppure lungo i tragitti della metro; oppure nei ritagli di tempo.

Se leggo, leggo! Lo devo finire! Mi prendo il tempo che serve e..leggo!!

Nel mio leggere libri sono sempre stato ondivago, ma con un’accezione positiva, nel senso che ho sempre spaziato un po’ in tutti i campi.

Le scelte di lettura hanno sempre coinciso con specifici periodi della vita.

Ho ovviamente iniziato con i Grandi Classici, che ora mi sto ritrovando a rileggere in età adulta. Meritano assolutamente di essere riletti. Ho già capito che ci vuole più tempo a disposizione per riapprezzarli adeguatamente, per cui so che andando avanti con gli anni sarà uno dei miei principali doveri.

Poi progressivamente, ho letto tanta narrativa, in particolare e di preferenza di autori italiani o nordamericani.

Son passato dal periodo dei Gialli. Tutti gli Autori maestri del giallo. Imperdibili. Qualcuno talvolta prevedibile nel finale, ma sempre molto ricchi di situazioni e colpi di scena.

Qua e là nel corso degli anni, collegato anche ad interessi e fatti della vita, mi sono trovato a leggere libri:

  • leggere testi collegati all’approfondimento professionale (anche questo, seppur sia un atto dovuto, secondo me vuol dire leggere libri);
  • leggere libri di saggistica su temi che non si potevano perdere, dai casi di attualità a specifici approfondimenti tematici. Tutti sempre molto molto utili ed interessanti;
  • leggere libri di storia. Ma quanto insegnano i libri di storia!!;
  • leggere libri sullo sport (quello che stavo praticando);
  • leggere libri di argomenti collegati al cibo e all’alimentazione. Questi almeno una volta vanno letti. Per evitarli, c’è sovente l’alibi che dicano cose che sappiamo già, ma non è quasi mai così vero. Inoltre, insegnano a come darsi delle regole a tavola;
  • leggere libri di storie vere, di biografie di personaggi anche recenti. A me ha sempre incuriosito sapere cosa c’è dietro a certe persone e soprattutto come sono diventati personaggi.

In questo periodo di forzata permanenza a casa, sto per esempio leggendo quattro libri che mi ha regalato l’Autore stesso, con dedica (di cui vado orgoglioso).

Si tratta di un argomento dei nostri tempi. L’esperienza diretta di un Sindaco di una grande Città.

L’Autore è Gabriele Albertini, Sindaco di Milano per due mandati dal 1997 al 2006.

Ho già letto:

Titolo: “Sindaco senza frontiere. Fatti e idee per un condominio globale” – Autore: Gabriele Albertini

Titolo: “La lezione di Milano” – Autore: Gabriele Albertini

Titolo: “Nella stanza del Sindaco. Nove anni al governo di una metropoli che cambia” – Autore: Gabriele Albertini con Carlo Maria Lomartire

Sto leggendo:

Titolo: “L’onestà al potere. La rivoluzione del Buon Governo. Albertini, l’impolitico che ha cambiato la politica” – Autore: Roberto Gelmini

Li ho praticamente “bevuti”.

Gabriele Albertini A me piace leggere libriÈ stata una lettura che è scorsa veloce ma che mi ha preso ed appassionato pagina dopo pagina, perché parla di avvenimenti che stavano succedendo proprio dove vivevo mentre io (come qualsiasi altro cittadino normale) stavo facendo altro.

Ma dove, poi, i risultati si sono visti e sono ancora visivi. Le cose vanno fatte accadere, con lungimiranza, metodo, onestà. E questo è quello che ha fatto il Sindaco Gabriele Albertini.

La pacatezza unita a fermezza dei suoi giudizi sulle persone e fatti, sono stati un piacere per la lettura nonché spunto di riflessioni ed insegnamento, per analogia, sui comportamenti da adottare in situazioni in cui mi posso trovare nella mia attività professionale.

 

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