GIUSEPPE G. SANTORSOLA
Professore Ordinario di Asset Management,
Corporate Finance e Corporate & Investment Banking.
Università Parthenope di Napoli
Dipartimento di Eccellenza di Studi Aziendali e Quantitativi
WALTER VALLI:
Buongiorno Professore, ci conosciamo da un quarto di secolo ma non riesco ancora a non darle del Lei. Caro Walter, questo problema lo risolvo io per motivi di anzianità. Dopo questa intervista passiamo al “you”: Walter e Giuseppe Guglielmo…
Ha sicuramente visto il recente sondaggio che tanto preoccupa Bruxelles, secondo il quale il 50% degli italiani sarebbero favorevoli all’Italexit. Qual è la sua opinione in merito…
GIUSEPPE G. SANTORSOLA:
Una premessa: grazie della fiducia, ma tutti navighiamo a vista in acque agitate da correnti fra loro contrastanti, con strumenti nuovi e dagli effetti non conosciuti. Risentiamoci fra due/tre mesi; o avrà un senso oppure dovremo ripensare tutto!
In merito al ruolo e alla efficacia della UE si dibatte molto anche senza avere competenze. L’avversione attuale ha motivazioni più psicologiche che tecniche. In realtà, l’unica prospettiva è l’Unione, ma la gestione “politica” è spesso insufficiente e manca di leadership da tempo. Giustifico con rammarico il risultato del sondaggio; bisogna agire per cambiare l’opinione, ma sembrano mancare la volontà e la struttura corretta dell’Unione, asimmetrica fra Unione monetaria e autonomia politica, fiscale civilistica e decisionale. La crisi è sorta nel mezzo del cammino e suscita la volontà errata di tornare indietro.
WALTER VALLI:
Capisco. Professore (nel frattempo mi abituerò al you) quali sarebbero quindi i pro e i contro per l’Italia nel rimanere o nell’uscire dall’Euro?
GIUSEPPE G. SANTORSOLA:
Il senso di libertà nelle scelte è l’unico “pro”; la solitudine, il disporre di una propria valuta debole, un debito abbandonato da circa l’80% degli attuali detentori (BCE e fondi/investitori esteri), dazi e difficoltà nell’export, sono i “contro”. Dopo l’exit, tutti tesaurizzeremmo euro e abbandoneremmo la nostra valuta, come in tutti i Paesi deboli. L’unica alternativa (teorica) all’euro è la sua eliminazione totale per tutti i membri. Oltretutto, in questo momento, sarebbe l’errore più grave, rinunciando al sostegno finanziario (per quanto come ovvio non gratuito). Infine, le nostre aziende sarebbero facilmente contendibili per capitali stranieri.
WALTER VALLI:
So che Lei ha già ha scritto e detto In merito fin dai primi giorni del “blocco”. Quali sono secondo Lei gli interventi imprescindibili per la “cura Italia” adesso??
GIUSEPPE G. SANTORSOLA:
Riprendere il prima possibile la produzione, lo scambio e la vita sociale; disporre del denaro necessario per gestire la situazione, assumere scelte di governance non ondivaghe e fra loro conflittuali ed investire nella gestione sanitaria. Comunque, al 17 aprile si sono utilizzati male 55 giorni.
WALTER VALLI:
Secondo Lei la helicopter money sarebbe una buona soluzione per far ripartire i consumi?
GIUSEPPE G. SANTORSOLA:
Era utile (lo è ancora per poco) per la fase immediatamente iniziale; oltre questo tempo distrugge la moneta bruciando attività economiche e disincentiva la spinta all’iniziativa. Oltre i tre mesi, i modelli ci indicano che il tracollo economico sarebbe non calcolabile e ingovernabile. La HM diventa nel tempo foriera di rivolta sociale, argomento finora sottaciuto.
WALTER VALLI:
Lei vede all’orizzonte un rischio inflazione? Potremmo tornare al livello degli anni ‘80 con un’inflazione e tassi sui bot a due cifre??
GIUSEPPE G. SANTORSOLA:
Nel breve periodo no, nel lungo, sì perché serve ad abbattere (come nel dopoguerra) la misura del debito. Per fortuna, si parte da un livello molto basso, ma l’inflazione resta una “malattia” del sistema che solo la crescita reale può contenere e far rientrare. Se i debiti avranno scadenza lunga, aiuteranno un ciclo lungo e non distruttore del risparmio accumulato e della previdenza futura. Nonostante la tentazione, eviterei la emissione di BOT che genererebbe emissioni a catena. Al contrario, sarebbe preferibile ricorrere a zero coupon lunghi o emissioni senza scadenza con rendita incentivante, sottoscritte a livello internazionale (ovviamente restando nell’euro). Proverei anche emissioni step up, ottime per fondi pensione e compagnie assicurative con trigger event a favore del debitore per la restituzione.
WALTER VALLI:
cosa ci può o vuol poter dire per concludere? In particolare, c’è qualche consiglio che ritiene di poter o dover dare, oggi, agli italiani, persone fisiche e alle aziende??
GIUSEPPE G. SANTORSOLA:
Restare con la piena “voglia” di “fare”, restare razionali nelle scelte di consumo, capire che cambieranno molti comportamenti, affidarsi alla competenza (ultimamente sottostimata e avversata), non avere (purtroppo) fretta di tornare alla normalità, essere pronti a cambiare noi stessi per adeguarci al cambiamento (citazione involontaria di Vasco Rossi).
Inoltre, agire, a livello UE, sulle regole, sospendendo o attenuando Basilea III, gli IAS/IFRS, la gestione degli NPL, la disciplina della gestione della crisi d’impresa
Sotto il profilo della politica fiscale, diminuire temporaneamente l’IVA e la pressione fiscale, accettando il declino dello Stato Sociale per un periodo di tempo da calcolare. Lo Stato perderà parte notevole delle sue entrate; meglio sancirlo che accettare la necessaria successiva “evasione”.
La speranza più utile è l’individuazione di un vaccino che consenta la piena normalità della vita sociale. Le soluzioni oggi prospettate sono necessarie, ma distruttive del mondo economico. Ecco il senso degli health bond (degli eurobond dedicati), somme idonee (fino all’intero MES unconditioned); a parte dovranno operare i prestiti BEI a lunghissimo termine e il QE senza limiti di quantità e tempo della BCE. A metà strada ci sono nel caso gli OMT della BCE. Dimenticavo il tema più condizionante: tutte queste misure devono tenere estranea il più possibile la politica, la cui funzione invasiva potrebbe incidere (addirittura) sul libero arbitrio (nazionalizzazioni, regimi di tempo, scansioni per età, professioni o aree geografiche, distanziamento coatto).
E allora, Grazie Giuseppe Guglielmo!
Mi ha sempre colpito la qualità dei dialoghi con te, il tuo ampio utilizzo di termini inseriti in frasi così sintetiche e chiare.
Anche oggi mi hai lasciato – e son sicuro che sarà così anche per chi legge – tanti spunti su cui riflettere.