Un po’ pigramente e soprattutto per fare una cosa assieme a mia moglie, avevo accettato di fare il Corso da Sommelier.
Rispetto a lei mi consideravo già più avanti perché almeno di nomi di vini e vitigni e luoghi geografici e di produzione ne conoscevo tanti, per cui mi sono approcciato, sicuramente curioso ma superficialmente distratto.
Invece, ho dovuto davvero ricredermi subito subito. Interessante, anzi veramente interessante, interessantissimo direi e, accidenti, si deve studiare un sacco.
Anche se questo è un blog all’interno di un sito di una società finanziaria e quindi si dovrebbero trattare solo argomenti attinenti all’economia, alla finanza, alla gestione di patrimoni… mi sono chiesto:
Ma perchè? Perchè parlare solo di queste cose?
Lo so che chi entra in un sito tematico come il nostro lo fa per trovare argomenti o risposte su quel tema, per trovare risposte a domande tipo:
Avrò diversificato bene i miei risparmi?
Come si fa ad aprire un conto in Svizzera?
Qual è la vostra politica e modalità di investimento? E così di seguito.
Ma so anche che che colui che scrive è una Persona, un Uomo o una Donna, un essere vivente con i suoi hobby e i suoi interessi.
Ecco io vorrei trovare il modo di parlare alla “persona” di altri argomenti che probabilmente ci accomunano.
Per me il cliente non è un numero. Tutti i miei clienti lo sono per come faccio/facciamo il nostro lavoro, ma lo sono anche perché sono diventati “amici” con i quali condividiamo uno o più degli interessi extra-lavoro.
Per questo, in aggiunta agli obbligatori argomenti finanziari, ogni tanto racconterò di cose ed esperienze e passioni ed hobby della mia vita.
Se vi interessano leggeteli, se non interessano, passate oltre (tanto questo lo fate già, nel senso, che è quello che facciamo tutti: se ci interessa ci fermiamo, sennò..clic!)
Abbiamo scelto il Corso da Sommelier della Fisar.
Interessante innanzitutto anche l’osservazione e la valutazione sul numero di corsi in contemporanea, almeno a Milano, e sul numero e tipologia dei partecipanti. Almeno 7 corsi nello stesso periodo con almeno 30-40 partecipanti ad ogni corso, persone di varia età e professione, da giovani a gente della mia età (over 60), e soprattutto donne.
Sono tre Moduli, chiamati Livelli, composti ognuno da 14 serate, con due ore di lezione e a seguire tre degustazioni.
L’anno scorso abbiamo fatto il primo Livello, sintetizzabile in argomenti “dalla vite alla cantina, alla bottiglia”. Alla fine, c’è un test valutativo, che ho superato con il punteggio di 15 su 20 (anche mia moglie stesso punteggio)
Vi assicuro che si deve studiare ma che si imparano un sacco di cose. Elencandone alcune così a memoria e a ruota libera senza andare a riprendere il programma preciso del Corso da Sommelier: la storia della viticultura, le terminologie dell’enologia, le malattie della vite, i metodi di vinificazione, i difetti del vino, i tipi di bottiglie e di bicchieri, le regole e metodi di servizio, la temperatura di servizio, la scheda valutazione del vino e… Tanto altro.
Quest’inverno abbiamo fatto il secondo livello, sintezzabile nella “geografia dei vitigni e dei vini”.
Ho superato il test valutativo finale con il punteggio di 16 su 20 (stavolta Lei, mi ha superato con un bel 17 su 20)
Anche in questo caso vi assicuro che si deve studiare tanto, ma che si imparano un sacco di cose quali: i nomi e le caratteristiche dei vitigni e dei relativi vini, elencati sia regione per regione italiana che in Europa e infine resto del mondo (tutto!!), i disciplinari di produzione, i metodi di classificazione e..tanto altro!
Giunti fin qui convengo che si dovrebbe completare la formazione con il terzo livello, quello nel quale si insegnano “gli abbinamenti cibo-vino”.
Mi rendo già conto di quanto può essere difficile ancorchè sicuramente interessante.
Anche perchè forse il vero motivo che ci ha spinto a fare il Corso da Sommelier era proprio l’imparare ad abbinare i vini ai cibi, in modo da poter essere consapevoli quando si beve del vino (a casa o soprattutto al ristorante), oppure lo si propone con ospiti a casa, o lo si porta quando si è invitati.
Nonostante il mio scettismo iniziale, so già che farò anche il terzo livello, perchè vi assicuro che nella progressione di informazioni acquisite e di cose imparate, si acquisisce proprio anche la voglia di andare avanti a saperne di più.
Anche se uno dei docenti con serena concretezza ci ha giustamente detto che è un po’ come a scuola, finiti i tre livelli, non è un punto di arrivo ma è solo un punto base di partenza.
In tal senso, però, proprio perchè sono consapevole che sarebbe una partenza (con il superamento dell’esame del terzo livello si acquisisce proprio la qualifica di Sommelier e quindi l’abiltazione allo svolgimento della professione) a tutt’oggi, per onestà intellettuale, so che farò il terzo livello ma non mi sottoporrò all’esame finale.
Ho sì imparato tante cose e studiando ancora consoliderei maggiormente le mie conoscenze, però c’è un punto, una questione in cui devo ammettere che mi sento debole e quindi forse, anzi sicuramente, non sono portato ad essere un Sommelier abilitato.
È il punto della degustazione olfattiva. Tra studio a memoria e prove e riprove ho ovviamente imparato la sequenza della scheda di degustazione (esame visivo, olfattivo, gustativo, sensazioni retro-olfattive, stato evolutivo e considerazioni finali) con tutti i sottopassaggi punto per punto…ma…c’è un grande “Ma” in cui devo riconoscere il mio punto debole.
Nell’esame olfattivo io mi sento veramente veramente un pesce fuor d’acqua: i fiori, i frutti, i frutti maturi, i terziari ecc…!! Ascoltando gli altri “foorse” mi rendevo conto di ciò che sentivo, ma, in totale onestà, se dovevo essere io il primo a dire, beh…avrei dovuto inventare!
Per questo motivo penso che pur avendo completamente cambiato la mia opinione rispetto all’inizio…ragion per cui consiglio a chiunque abbia un po’ di interesse e curiosità per la materia di fare il Corso da Sommelier… non riterrei onesto (soprattutto con me stesso) anche solo tentare di acquisire una qualifica che la mia natura e il mio naso, non meriterebbero.
Tutto ciò quindi per me rimarrà un hobby e ha solo arricchito la mia cultura in materia vinicola, però anche solo sapere bene quali sono i diversi metodi di classificazione dei vini in Italia, Francia, in Europa o Stati uniti d’America e Resto del Mondo, o soprattutto aver maggiore consapevolezza di ciò che si beve, è già “tanta roba”.