
STRESS TEST BANCHE ITALIANE
Periodicamente, fin dalla ormai lontana crisi finanziaria del 2008, si sente parlare di stress test banche italiane e i risultati sono sempre attesi con trepidazione dai regolatori, dagli investitori e dagli stakeholders delle banche stesse.
Perché è importante seguire gli stress test banche italiane? Per la stessa ragione per cui quando compri un’auto usata vorresti avere uno strumento per sapere se il contachilometri non sia stato manomesso.
Ricordiamo che l’Articolo 1834 del Codice Civile Italiano recita: “Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi”.
E’ sancito dal codice civile che per Deposito di una somma di denaro si intende: “Contratto col quale un soggetto (depositante) trasferisce una somma di denaro ad una banca, che ne acquista la proprietà e resta obbligata alla restituzione della medesima somma nella medesima specie monetaria alla scadenza del termine concordato, o a richiesta del depositante, salvo preavviso se pattuito o stabilito dagli usi”.
Cosa si intende per “specie monetaria” e che somma verrebbe restituita in caso di ridenominazione valutaria ad esempio da Eur a una nuova Lira? Il codice civile stabilisce All’Art. 1277 che i debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale.
Questo articolo sancisce inequivocabilmente che gli Euro versati verrebbero restituiti dalla banca in Lire al corso legale di conversione o “valore nominale”, ovvero non a quello reale di mercato.
In sintesi nel momento in cui apri un conto presso una banca italiana, per legge stai trasferendo la proprietà dei tuoi soldi alla banca e acquisisci un semplice credito esigibile, “con l’osservanza del periodo di preavviso”, “stabilito dalle parti o dagli usi”, o da qualsiasi modifica normativa, restituiti “con moneta avente corso legale al tempo del pagamento”.
Questo è il fondamento del Bail-in, che scarica il rischio di fallimento o di insolvenza, o di ridenominazione valutaria degli asset, così come ogni altro rischio economico/politico/sociale della banca direttamente sul correntista.
Il correntista è tutelato dal Fondo di Garanzia per i depositi con un limite di 100.000 euro per conto corrente. Purtroppo tale Fondo di Garanzia per i depositi, in caso di crisi sistemica, non è minimamente protettivo in quanto è capiente solo per lo 0.24% dei depositi. Fonte link: Il sole 24 ore. Tale Fondo di Garanzia per i depositi, infine è usato in maniera impropria poichè interviene ex ante per “gestire” la crisi bancaria in essere e non per ristorare i correntisti nei limiti di legge previsti.
Dunque, se vuoi tenere tutti i tuoi risparmi di una vita su una banca italiana, ignorando qualsiasi principio di diversificazione internazionale del rischio paese, i risultati degli stress test banche italiane, stress test che noi seguiamo e aggiorniamo periodicamente, sono basilari per orientare le tue scelte.
I risultati degli stress test banche italiane, spesso condizionano in maniera significativa il futuro sviluppo delle banche a livello di aumenti di capitali, di costi e di sviluppo aziendale.
Entrando nel dettaglio cosa sono gli stress test delle banche italiane?
La risposta è nella domanda stessa, ossia tramite periodici stress test banche italiane si può identificare un futuro scenario di crisi e verificare se la banca ha il capitale necessario per fronteggiare tale scenario.
Detto così sembra semplice e lineare, purtroppo non lo è in quanto bisogna decidere i parametri dello scenario macroeconomico funesto e la metodologia da applicare in tale scenario.
L’EBA, European Banking Authority, l’ente europeo preposto a supervisionare gli stress test banche italiane ha emanato un corposo libro da applicare per gli stress test banche italiane.
Il parametro di riferimento per valutare se si è promossi o bocciati nello stress test banche italiane è il parametro Cet 1,ossia il capitale proprio delle banche ponderate per il rischio degli attivi.
Le banche italiane hanno un modello di business molto diverso da quello europeo e di conseguenza hanno due fattori di forte vulnerabilità.
Il primo e principale fattore di vulnerabilità delle banche italiane è il denominatore del Cet 1 ossia gli attivi di bilancio ponderati per il rischio in quanto gli attivi di bilancio delle banche italiane sono pieni di prestiti alle famiglie e alle imprese e l’Eba pondera in maniera elevata tali attivi di bilancio.
Secondo fattore di vulnerabilità è rappresentato dall’ingente e crescente acquisto di debito pubblico italiano da parte delle banche italiane stesse.
Il debito pubblico italiano è e rimane il terzo debito pubblico più alto e rischioso al mondo rapportato al Pil, dopo quello giapponese e greco fonte Ocse.
Il debito pubblico italiano invece viene percepito e ponderato per il rischio, negli stress test banche italiane, in maniera assolutamente minimale.
Gli stress test banche italiane non includono tutto il settore bancario italiano ma solamente le banche con almeno 100 mld di attivi patrimoniali che in Italia rappresentano il 93% del settore bancario, escludendo le piccole banche locali.
Le banche locali, che in aggregato consta di 97 istituti bancari, rappresentano il 7% del settore bancario e sono spesso il vero appoggio al tessuto produttivo italiano.
Le banche locali sono molto deboli a livello di struttura del capitale e i loro rischi patrimoniali sono valutati dal regolatore italiano spesso con “occhi politici”.
10 istituti su 97 non hanno passato gli ultimi stress test di Banca d’Italia per il settore LSI (Less Significant Institutions).
Queste 10 piccole banche locali italiane, il cui nome non è stato rilasciato da Banca d’Italia per non seminare panico tra i correntisti, vivranno in un prossimo futuro momenti difficili.
Essendo state bocciate negli stress test banche italiane, dovranno aggregarsi e/o ricapitalizzarsi e/o essere acquisite da banche più grandi entro un termine che sarà dato da Banca d’Italia.
L’unica alternativa residua sarà l’applicazione anche per queste 10 banche della normativa del 2016 sul Bail In.
Nel Bail in gli obbligazionisti, gli azionisti e i correntisti bancari saranno tenuti a contribuire in solido alla ristrutturazione della banca secondo i limiti previsti dalla normativa in vigore.
Se vuoi saperne di più sulle banche più solide in Italia, ti suggeriamo la lettura di UNICREDIT BANCA SICURA?
Per una visione su rischi e opportunità che si presenteranno in un prossimo futuro, puoi leggere lo studio: RISCHIO DEFAULT ITALIA.
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